Perseverance, Ingenuity e la manovra che fa tremare la Nasa
EDL. Entry, Discent, Landing. Si chiama così la manovra più pericolosa della missione Mars 2020, quella che dovrebbe far atterrare su Marte – esattamente tra sette giorni – il rover Perseverance e il piccolo Ingenuity.
«Il successo non è mai assicurato, specialmente se stai cercando di far atterrare su Marte il più grande, più pesante e complicato rover mai costruito nel punto più impervio mai scelto per un atterraggio» – dicono dalla Nasa.
Già, perché il cratere Jezero è stato scelto tra oltre sessanta opzioni dopo una selezione lunga oltre cinque anni, e non certo per la comodità del sito. Perseverance è partita per il suo lungo viaggio con lo scopo di verificare la possibilità di insediamenti su Marte, ma anche e soprattutto per scoprire antiche tracce di vita sul pianeta rosso.

Il cratere Jezero, secondo la Nasa, potrebbe rivelare informazioni preziosissime per lo studio dell’evoluzione planetaria e biologica di Marte. Sulla base delle immagini e dei dati trasmessi dai vari orbiter che si sono avvicinati alla superficie marziana, infatti, gli scienziati credono che 3 milioni di anni fa Jezero fosse sede di un lago profondo oltre 250 metri, alimentato da un fiume di cui si può riconoscere il delta proprio nell’area individuata per l’atterraggio di Perseverance.
Perseverance (e Ingenuity) alla scoperta di Marte
Perseverance è partita dalla Terra (Cape Canaveral, Florida) lo scorso 30 Luglio a bordo di uno dei razzi più grandi e grossi del parco Nasa, quell’Atlas V che nel 2006 lanciò dritta nello spazio profondo la sonda New Horizons, cui dobbiamo – tra le altre cose – le prime immagini di Plutone.
Perseverance è il quinto rover a essere inviato su Marte in cerca di risposte. Prima di lei, la piccola avanguardista trekkiana Sojourner (1996-1997), i due sfortunati rover gemelli Spirit (2004-2010) e Opportunity (2004-2018) e la splendida Curiosity, lanciata nel 2012 sulla superficie di Marte e ancora attiva, dopo oltre tremila sol.

Perseverance è l’evoluzione naturale di Curiosity: con un peso di oltre una tonnellata, è lo strumento in assoluto più avanzato mai inviato allo studio di Marte. Oltre a diversi sistemi di camere, spettroscopi, radar e sensori, Perseverance porterà sul pianeta rosso i primi microfoni mai traghettati su un’atmosfera altra. Sarà grazie a lei, spera la Nasa, che porteremo sulla Terra il suono di Marte.
All’interno di Perseverance, viaggia il piccolo Ingenuity: pesa meno di due chili il primo velivolo che tenterà di volare nell’atmosfera di un altro pianeta.
Quella di Perseverance è una missione storica su più fronti: oltre ad essere la prima vera missione di astrobiologia diretta su Marte, è anche la prima missione pensata per portare dei campioni di materiali marziani sulla Terra.
Nelle parole della Nasa, si tratta “probabilmente della più complessa missione scientifica intrapresa dall’agenzia”.
Ma dicevamo: Perseverance è l’evoluzione di Curiosity, ed è assai simile al rover che ci sta svelando, tra le altre cose, l’alternarsi delle stagioni su Marte.
Seven minutes of terror
Curiosity fu la prima a sostenere col proprio corpo, che ha portato su Marte anche dei frammenti metallici appartenenti alle torri gemelle, i 7 minuti di terrore che aspettano Perseverance tra una settimana.
420 secondi in cui Perseverance prenderà il controllo del proprio destino, liberandosi dalle indicazioni del centro di controllo della Nasa e tenterà, da sola, l’atterraggio sul pianeta rosso. In quei cruciali minuti, il rover potrà contare soltanto sui propri sensori e su una sequenza di operazioni pre-programmata dagli ingegneri dell’agenzia spaziale.
Ma cosa aspettarsi dalla manovra EDL, nel dettaglio? La capsula di atterraggio che contiene il rover entrerà nell’atmosfera marziana ad una velocità di circa 5mila metri al secondo (120 miglia orarie, o poco più di 19 mila chilometri orari). Da qui, dovrà rallentare fino a raggiungere la velocità di circa 450 metri al secondo, prima di aprire un paracadute supersonico dal diametro di oltre 20 metri.
Perseverance non dovrà resistere soltanto a un calore paragonabile a quello sulla superficie del Sole dunque, ma anche ad una decelerazione talmente estrema da essere spaventosa pure per la Nasa.
E qui, a venti metri dalla superficie del pianeta, entra in gioco il mostro ingegneristico, il sistema di gru che calerà il rover sulla superficie per poi andare a distruggersi il più lontano possibile, lo “strange twist” del programma Mars 2020: lo skycrane touchdown system.
Un sistema nuovo, resosi necessario in primo luogo per Curiosity – che pesava quasi 10 volte più di Spirit e Opportunity e non sarebbe sopravvissuta ad un atterraggio via airbag. Dopo quasi dieci anni dal teatrale atterraggio di Curiosity, la Nasa dei miracoli deve riprovarci – anche perché di Jim Bridenstine probabilmente non se ne vedranno per un po’.
E quindi, aspetteremo con timore e tremore la diretta streaming dell’atterraggio. Con la speranza che la perseveranza e l’ingenuità tornino a riecheggiare nei nostri sguardi meravigliati al cielo, unendoci di nuovo sotto il segno delle stelle.